Come funzionano gli AMM (Automated Market Maker)

Ho passato più di vent’anni immerso tra grafici, nodi, e smart contract. Quando sono arrivati gli AMM, ho capito subito che ci trovavamo di fronte a un cambio di paradigma profondo quanto l’invenzione del market-making stesso. Oggi ti spiego come funzionano davvero, senza giri di parole, e perché rappresentano una delle svolte tecniche più eleganti ma fraintese nella DeFi.

Origini e razionalità dietro agli AMM

Molti ne parlano come se fossero l’ultima moda allegra della crypto estate. Ma un AMM non è un gadget: è una risposta ben calibrata a un problema strutturale. In mercati decentralizzati, senza un book ordini come su Binance o Coinbase, come fai a scambiare asset? La risposta: crei una funzione che “offre” automaticamente prezzi di scambio. Tecnico, sì. Vero, ancora di più.

Perché non possiamo usare gli order book?

Su blockchain pubbliche, ogni operazione comporta latenza. Un order book on-chain è lento, caro da aggiornare, facilmente front-runnable. L’ho visto coi miei occhi, specialmente sugli exchange Ethereum nei primi tempi. Serviva qualcosa di asincrono, che funzionasse con disponibilità liquida e senza bisogno di oracoli continui. Ecco gli AMM.

Il concetto di pool di liquidità

Un AMM non ti trova una controparte a un prezzo. Ti fa scambiare dai suoi fondi. Questi fondi stanno in un pool, messo lì da altri utenti. Ogni coppia di token, ad esempio ETH/USDC, ha una sua piscina. Ogni scambio incide su quel valore, secondo una curva matematica. Questo concetto, se capito a fondo, ti cambia il modo in cui vedi i mercati decentralizzati.

Uniswap e la curva xy=k

La forma base dell’AMM moderno emerge con Uniswap. Il suo design fondativo? Il constant product market maker: x y = k. Sembra semplice, e lo è, ma nasconde un potenziale straordinario. Basta pochi byte di codice per creare un sistema di pricing, ed è qui che la matematica diventa arte.

Analisi della formula

Se hai 100 ETH e 10000 USDC in un pool, allora x = 100 (ETH), y = 10000 (USDC), k = 1.000.000. Ogni volta che scambi, cambi x e y, ma k resta costante. Se compri ETH, il sistema riduce x e aumenta y, alzando il prezzo. Ti sei mai chiesto perché sui DEX più compri, più il prezzo sale? È questa funzione che ti sta “punendo”.

Slippage: non è un errore, è la regola

Molti novizi si arrabbiano per lo slippage. Ma non è un bug, è un feature. Questo meccanismo rende inefficiente l’acquisto in massa, al contrario dei mercati centralizzati. Quello che stai vivendo è la resistenza curva del mercato stesso. In parole semplici: più pretendi, più devi pagare per ciò che resti in pochi a offrire.

Il ruolo dei liquidity provider

Il cuore degli AMM non sono gli smart contract, ma chi mette i fondi. I liquidity provider (LPs) forniscono le risorse base, token A e token B, per rendere lo scambio possibile. In cambio? Ottengono le fee di trading. Ma attenzione, non è tutto oro.

Impermanent Loss: il nemico silenzioso

Quando due asset si muovono di prezzo in direzioni opposte, il valore del tuo deposito cambia. E non sempre in meglio. Ho visto molti LP perdere il 30% in valore pur guadagnando fee. L’impermanent loss è reale, ed è il prezzo della liquidità. Chi lo ignora, spesso se ne accorge troppo tardi.

Per mitigare il rischio, molti combinano AMM con yield farming intelligente e tecniche avanzate di ricollocazione. Ma anche qui serve studio, non improvvisazione.

Curve AMM, Balancer e le evoluzioni moderne

Gli AMM non si fermano a Uniswap. Negli anni, sono nati modelli specifici per diversi usi. Curve, ad esempio, ha creato funzioni di scambio ottimizzate per asset simili: stablecoin, token sintetici. I coefficienti cambiano, le regole restano: minimizzare perdita e ottimizzare scambio.

Balancer e i pool multiparametrici

Balancer aggiunge complessità: puoi avere pool con pesi diversi dal classico 50/50. Puoi anche avere più di due asset. Ricordo una configurazione con 80% WBTC e 20% WETH; perfetta per chi vuole esposizione asimmetrica. Richiede gestione attiva, ma può generare profitti interessanti, se sai dove mettere le mani.

Attacchi, front-running e MEV

Un vecchio detto dice: “Se una cosa è profittevole, qualcuno cercherà di trarne vantaggio”. Gli AMM non fanno eccezione. Uno dei problemi cruciali si chiama MEV, o miner-extractable value. Una forma di front-running fatta in anticipo, con bot che monitorano le mempool in cerca di vulnerabilità da sfruttare.

Come proteggersi

La battaglia si combatte con soluzione tecniche, come transazioni private, batch execution, o layer 2. Ho implementato più volte soluzioni RFQ per mitigare slippage e frontrunning in ambienti DeFi. Ma, credimi, nessuna difesa è definitiva. Serve vigilanza continua: l’unico antidoto alla troppa fiducia.

Regolamentazione e impatti normativi

Chi lavora nel settore sa che la vera sfida degli AMM arriva dai regolatori. La decentralizzazione pura è sfuggente, e fa paura. Ma molti mitigano i rischi usando AMM all’interno di ambienti regolamentati. Personalmente, già nel 2018 avevo proposto modelli di conformità attiva mediante whitelist e screening KYC sui wallet LP. Una via di mezzo possibile, ma ancora poco esplorata.

Come costruire e valutare un AMM

Costruire un AMM non è rocket science, ma neanche drag-and-drop. Lo stack minimo comprende smart contract solidi, una UI intuitiva, e validatori indipendenti. Bisogna prevedere incentivi, curve corrette e, soprattutto, gestione della liquidità evoluta. Ho ricontrollato personalmente calcoli di pool critici a mano, quando ancora gli script non bastavano.

Le metriche davvero importanti

TVL? Utile, ma non sufficiente. Guarda la depth effettiva, il volume medio giornaliero, e la disparità tra ingresso e uscita. Un buon AMM sopravvive a manipolazioni, divergenze rapide e valore irrazionale. L’ho visto su più catene, con comportamenti simili, e lì capisci che il design fa la differenza.

AMM e NFT: una nuova frontiera?

Di recente, stiamo assistendo all’emergere di AMM anche per NFT. Qui il problema è diverso: un NFT non è fungibile, quindi la logica di pool cambia. Ma nuovi protocolli su Flow, che combinano logiche personalizzate, stanno innovando il settore. Se vuoi capire queste dinamiche, ti consiglio di esplorare la guida agli NFT su Flow. È un’altra scena, ma con radici comuni.

Conclusione: l’alchimia decentralizzata

Gli AMM sono, in un certo senso, alchimia matematica. Trasformano l’assenza di fiducia in transazioni effettive. Ma come ogni formula segreta, vanno compresi, non solo usati. Molti si bruciano le dita, perché saltano i fondamenti: slippage, impermanent loss, MEV. Ma tu, se sei arrivato fin qui, non sei “molti”.

In questo campo, vale la regola del tornio: vai lento, misuri due volte, tagli una. Un AMM ben compreso può darti vantaggi duraturi. Ma fidarsi solo del codice, senza capirne la logica, è come fare il saldatore bendato. Ricorda: gli strumenti sono potenti solo quanto chi li usa con perizia.